1550 - 15 agosto 1568

Stanislao Kostka, nato nel 1550, proveniva da una nobile famiglia. All’età di tredici anni venne mandato a studiare a Vienna, nella scuola dei gesuiti, che fu poi requisita dall’imperatore d’Austria. Stanislao, pur costretto in un alloggio provvisorio, si mantenne devoto e diligente. Nel corso di una grave malattia maturò il proposito di far parte dei Gesuiti. Così fuggì da Vienna alla volta di Dillingen. Nonostante la reazione del padre il giovane fu irremovibile. Andò a Roma per il noviziato. Morì il giorno dell’Assunta, a diciott’anni, nel 1568. Fu il primo beato della Compagnia. (Avvenire)

Patronato: Giovani
Etimologia: Stanislao = la gloria dello stato, dal polacco
E' presente nel Martirologio Romano. A Roma, san Stanislao Kostka, che, di origine polacca, spinto dal desiderio di entrare nella Compagnia di Gesù fuggì dalla casa paterna e si recò a piedi a Roma, dove, ammesso nel noviziato da san Francesco Borgia, morì in fama di santità, stremato in breve tempo nel prestare i più umili servizi.

Sono straordinari i punti d'incontro del giovanissimo santo polacco con il contemporaneo S. Luigi Gonzaga anche Stanislao Kostka proveniva da una nobile famiglia. Serbò lo stesso candore in una società frivola e godereccia e con sorprendente coraggio se ne sottrasse per rispondere alla propria vocazione. Entrò a far parte dello stesso ordine religioso, la Compagnia di Gesù, fondata da poco. Quando S. Ignazio morì, nel 1556, Stanislao aveva sei anni. Il secondogenito della ricca famiglia dei Kostka ebbe dalla madre una buona formazione religiosa e se ne videro molto presto i frutti. All'età di tredici anni Stanislao venne mandato, insieme col fratello maggiore Paolo e un precettore, a completare gli studi a Vienna, nella scuola dei gesuiti. Proprio allora l'imperatore d'Austria, iniziando una lunga serie di soprusi nei confronti della battagliera Compagnia di Gesù, aveva requisito lo stabile adibito a collegio per i giovani che provenivano da lontano. Gli studenti dovettero far ricorso agli affittacamere. Lontano dalla sorveglianza dei loro maestri, i giovani furono facile preda della tentazione. Ma mentre Paolo, facendo causa comune col giovane precettore, si diede a frequentare brutte compagnie e a vivere dissipatamente, Stanislao, pur alloggiando presso un poco di buono, si mantenne devoto e diligente, trascorrendo il tempo libero nello studio e in frequenti visite alla vicina chiesa. Il fratello lo derideva. Stanislao cadde gravemente ammalato e la sua vita fu in serio pericolo. I suoi biografi raccontano del suo grande desiderio di ricever l'Eucaristia, e come fosse prodigiosamente esaudito dalla visita di due angeli.
In questa occasione nel giovane maturò il proposito di entrare nella Compagnia di Gesù. Per prevenire la prevedibile reazione del padre, si rivolse direttamente al provinciale dei gesuiti, S. Pietro Canisio, poi, eludendo la sorveglianza del fratello e del precettore con un abile travestimento, lasciò Vienna di buon mattino alla volta di Dillingen. La reazione del padre fu più violenta del previsto: minacciò addirittura di far espellere tutti i gesuiti dalla Polonia se Stanislao non fosse rientrato in famiglia. Ma il giovane fu irremovibile. A 17 anni fu mandato a Roma a completare il periodo di noviziato e gli studi di filosofia al Collegio Romano. La sua vita scorse sul binario del serio impegno scolastico e della devozione. Autentico innamorato della Madonna, pronosticò che sarebbe morto giovane in un giorno dedicato a Maria. Morì infatti il giorno dell'Assunta, a diciott'anni, nel 1568.

Autore: Piero Bargellini

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