Valencia, 4 agosto 1946 - 3 marzo 1963

Nasce a Valencia, in Spagna, il 4 agosto 1946. A quattordici anni sente la chiamata del Signore alla vita religiosa: decide che sarà un religioso marianista. Mentre frequenta l’ultimo anno di liceo gli viene scoperta una rarissima malattia, il morbo di Hodgkin. Muore il 3 marzo 1963, a sedici anni e mezzo. Nel 1986 si è aperta in Spagna la sua causa di Beatificazione.

Faustino Perez-Manglano nasce a Valencia, in Spagna, il 4 agosto 1946. Diventa alunno dei Marianisti nel Collegio “Nuestra Senora del Pilar” a partire dalla prima elementare. A quattordici anni sente la chiamata del Signore alla vita religiosa e da quel momento il suo ideale fu di consacrare la propria vita per la salvezza degli uomini come religioso marianista. Era un ragazzo pieno di vita, esuberante, simpatico, sempre allegro. “Sono sempre felice”, annotava appunto nel suo diario. Amava i campeggi, la natura e le escursioni, così come lo sport, faceva il tifo per la sua squadra del cuore, si entusiasmava nel gioco come qualunque altro suo coetaneo. Sapeva farsi amico di tutti.
La vita dei Marianisti l’aveva affascinato fin dal primo momento. Quei religiosi, suoi insegnanti nel Collegio, gli ispiravano una grande fiducia; ne ammirava lo spirito di servizio, la semplicità; si sentiva attratto in modo particolare dalla loro devozione alla Madonna.
Nel 1962 entra a far parte del Movimento di Maria Immacolata. Faustino infatti ha una profonda devozione per la Madonna. Il suo diario ci svela tale sua devozione filiale e la mirabile azione dello Spirito Santo in un’anima, come è quella del giovanissimo congregato marianista, interamente consacrata al Signore. Il suo fisico minuto nascondeva un’anima straordinariamente ricca di virtù: fedeltà a tutta prova, volontà tenace, amore ardente per Cristo, amore filiale e tenerissimo per Maria. “O Maria, Tu che sei tanto fenomenale, che ci ami tanto e ci aiuti ad avvicinarci alla nostra meta che è la santità, aiutami ad essere un altro Cristo. Gesù, fa’ che ami Maria, non solo perché è pura, bella, buona, compassionevole, mia Madre, ma perché è Madre tua e Tu le vuoi un bene infinito. O Gesù, fammi partecipare al tuo amore per Maria. Fa’ che io l’ami come Tu la ami. Se voglio imitare Cristo mio Maestro, devo farlo amando infinitamente sua Madre e la mia. Devo arrivare a essere santo”, scriveva tra i propositi annotati con cura nel suo diario spirituale.
Il ragazzo non vedeva l’ora di diventare sacerdote per mettersi interamente al servizio di Dio per il bene delle anime. “E’ meraviglioso pensare – egli scriveva - che passerò tutta la vita al servizio di Gesù e di Maria. Sarò pescatore di anime. Ci ho pensato molto, e mi piacerebbe andare come Marianista nell’America del Sud, dove hanno tanto bisogno di aiuto per salvare le anime.”
Ma, come si suol dire, l’uomo propone e Dio dispone… Mentre il congregato marianista stava frequentando l’ultimo anno di liceo gli venne scoperta una rara malattia, il morbo di Hodgkin, che lo consumò in breve tempo. Faustino soffre molto ma non lo dà a vedere, è un ragazzo tenace, di carattere, e si impegna con tutte le sue forze nello studio per non perdere l’anno. Per un po’ sembra stare meglio. Va a Lourdes per ringraziare la Madonna, partecipa quindi con gioia agli esercizi spirituali. Ma il male è di quelli che non perdonano.
Il 9 febbraio 1963, dopo aver ricevuto l’Unzione degli infermi, Faustino si consacrò definitivamente a Maria. Disse: “Dobbiamo accettare la morte fin da ora. Una morte con Maria è meravigliosa”. La madre gli porge la medaglia della Madonna perché le baci. Faustino avvicina le proprie labbra alla medaglia e, dopo averla baciata,alla madre accanto al suo letto confida: “Se tu sapessi… mi sta aiutando molto!” Prima di lasciare questa terra, il 3 marzo 1963, all’età di soli sedici anni e mezzo, Faustino promise che dal Cielo si sarebbe occupato delle giovani vocazioni.
Nel 1986 si è aperta in Spagna la sua causa di canonizzazione.

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