S
erva di Dio Maria Angela
Mastroti di Papasidero
1851-1896
Maria Angela Mastroti
nasce nel 1851 a Papasidero, da una famiglia
molto religiosa. La sua vita ascetica le procurò
frequenti estasi.
Fin da piccolina, ogni giorno, era
solita fermarsi dinanzi al quadro della
Madonna col Bambino in braccio per chie-
derle di porgerle il Bambino. Una volta la
mamma le regalò una moneta di cinque
grana, e Maria Angela, con la moneta e un
foglietto che aveva riempito di scarabocchi,
si mise in ginocchio dinanzi al quadro della
Madonna per dirle che voleva sposare il
Santo Bambino perché ormai aveva la dote,
appunto, cinque grana! Un giorno, mentre
era in Chiesa, nella Cappella di Santa Maria
di Costantinopoli, “dalla statua dell’Ecce
Homo” una voce le disse: «Figlia sei stata
accontentata». Colpita, a circa sei anni, da una
grave malattia, forse tubercolosi polmonare,
fu costretta a letto, in condizioni di sofferenze
indicibili, per tredici anni, durante i quali
incominciò ad avere le prime visioni.
Una mattina vide entrare nella
stanza una Signora di incomparabile bellezza
che le disse: «Non temere, io sono Maria di
Costantinopoli, tu non morrai, quantunque
i tuoi, prevedendo la tua prossima fine, ti
abbiano già fatto costruire la cassa, io il
sabato santo 16 aprile al tramonto verrò a
guarirti». Era il 16 aprile, Sabato Santo: «La
famiglia era in preghiera, Angela guardava il
pendolo dell’orologio, era l’ora, ma la
Madonna non veniva e, poi, d’un tratto la
visione. “Figlia, è l’orologio che non segna
bene le ore. Io sono venuta, eccoti guarita,
domani andrai a ringraziare al Tempio”!».
Qualche mese dopo la prodigiosa guari-
gione, di nuovo le apparve la Madonna
dicendole: «Come arma potente contro la
tentazione io ti lascio qui sullo sgabello
l’impronta del mio piede». Il pezzo di legno
con l’impronta da allora è conservata nella
cappella della famiglia Mastroti.
Nel 1871 le capitò un altro
malanno: un calcolo alla vescica. Durante
questa seconda malattia, che si protrasse per
due anni, il 14 aprile del 1871 le riapparve
la Vergine che, rincuorandola, le disse: «Il
prossimo 3 giugno, giorno a me consacrato,
alle ore 15, verrò a guarirti. Ti raccomando
di avvisarne la famiglia». Il doloroso calcolo,
di 56 grammi, come certificò il dott. Domenico
Pandolfi in una lunga e dettagliata relazione,
fu «espulso d’un sol colpo» e «al di fuori
dell’ordine naturale» proprio in quel giorno
e a quell’ora! Visioni ed interventi divennero
ricorrenti: la giovane faceva il pane e gli
Angeli l’aiutavano ad impastarlo e a cuocerlo.
Una volta durante un’estasi, dall’Ostensorio
vide fuoriuscire delle goccioline di sangue
provenienti da un frammento di Ostia
consacrata rimasto attaccato al cristallo
dell’Ostensorio che furono poi raccolte
con una pezzuola dal Padre Fulgenzio, suo
confessore! Più volte ricevette l’Eucaristia
dalle mani di S. Giovanni della Croce. Pochi
giorni prima di morire la Madonna le
annunciò la data della sua morte che fu
comunicata a diverse persone. Il 26 maggio
1896, alle ore 18,30, proprio come aveva
predetto la Madonna, l’anima di Maria
Angela volò in Cielo.