S
an Gerardo Maiella
1726-1755
San Gerardo nacque a Potenza nel 1726
da una famiglia povera. Cercò invano di entrare
nell’Ordine dei Cappuccini, finché non incontrò i
Padri Redentoristi che lo accettarono nel loro Ordine.
Nel 1752 pronunciò i voti solenni
nelle mani di Sant’ Alfonso Maria de' Liguori,
fondatore della congregazione. L’episodio
più celebre della sua vita si verificò nel 1754:
accusato ingiustamente da Neria Caggiano di
essere padre del bambino che aspettava, non
replicò e rimase in silenzio per un mese,
subendo pazientemente le sanzioni dei suoi
superiori; finalmente la Caggiano, pentita,
confessò di aver detto il falso scagionando
Gerardo Majella, che oggi è considerato santo
protettore delle donne incinte e dei bambini.
Morì di tisi nel convento redentorista di
balaustra. Qui aveva capito anzitempo che si
trattava di Gesù. Andò anch’egli una mattina,
ma il prete lo vide piccolo e lo rimandò
a sedere. A otto anni, in quel tempo, si era
piccoli per l’eucarestia, ma Gerardo s’era
incamminato da tempo verso la conoscenza
del suo Signore.
Le lacrime versate in chiesa continua-
rono a bagnare il lettino scarno della sua
povera stanzetta. Il prete aveva detto no, ma
Gesù avrebbe risposto sì al suo piccolo amico.
Di notte gli inviò l’Arcangelo Michele a por-
gergli il pane consacrato. Al mattino seguente,
Caposele all’età di 29 anni. Fin da giovanis-
simo, si erano rivelati in lui slanci mistici
straordinari.
felice e trionfante, confessava candidamente:
«Ieri il prete mi ha rifiutato la Comunione,
questa notte l’Arcangelo san Michele me l’ha
portata». Anche questo episodio, apparente-
mente fantastico, verrà confermato dallo
stesso Gerardo vent’anni dopo.
Numerose furono anche le occasioni
in cui provocò l’apparizione del demonio per
strappare le anime al peccato. Siamo a
Deliceto. Un gentiluomo, che all’apparenza
sembrava di tutto rispetto e devozione, ma
che nell’intimo nascondeva passioni e peccati,
venne avvicinato da Gerardo che smascherò il
suo perbenismo. Alla difesa strenua della sua
condotta, il Santo oppose un elenco intermi-
nabile di misfatti, fino a fargli vedere il demo-
nio pronto a trascinarlo all’inferno. A un altro
che nascondeva i peccati nella confessione
toccò la stessa spaventosa visione. Leggeva
nelle coscienze, riusciva a prevedere i pericoli,
interveniva con la forza dello Spirito Santo.
Ebbe un’infanzia difficile. La
povertà era l’unica cosa che non mancava mai
nella sua casa, e quando mancava il necessario
egli andava a rifugiarsi nella cappella della
Vergine a Capodigiano. «Il Figlio di quella
bella Signora» pensava a Gerardo, e spesso si
staccava dalle ginocchia della Mamma per
donare al piccolo ami¬co un panino bianco. Il
fatto del pane bianco si ripeté più volte, «per
molto tempo». Solo più tardi, da religioso,
Gerardo dirà a sua sorella Brigida: «Ora so che
quel fanciullo che mi regalava quel pane era
lo stesso Gesù».
Il dono del pane bianco lo aveva indotto
a scoprire un altro pane, anch’esso bianco,
benché più piccolo. Lo scorgeva in chiesa, alla
messa, quando i fedeli si accostavano alla