S
					
				
			
					
						an Giuseppe da Copertino 
					
				
			
					
						1603-1663
					
				
			
					
						Durante l’infanzia, 
					
					
						
					
				
			
					
						fu miracolosamente guarito da una grave malattia 
					
				
			
					
						nel Santuario della Madonna delle Grazie 
					
				
			
					
						di Galatone, vicino Lecce. 
					
				
			
					
						All’età di otto anni, Giuseppe ebbe
					
				
			
					
						una visione mentre era a scuola e ciò si
					
				
			
					
						ripeté altre volte. Era anche molto lento e
					
				
			
					
						distratto, non riusciva a raccontare una 
					
				
			
					
						storia sino alla fine e spesso s’interrompeva
					
				
			
					
						nel mezzo di una frase, perché non trovava
					
				
			
					
						le parole giuste.
					
				
			
					
						Dopo molte difficoltà, grazie alle
					
				
			
					
						sue grandi virtù, fu accolto presso il
					
				
			
					
						Monastero dei Francescani Conventuali di
					
				
			
					
						Copertino dove riuscì a diventare sacerdote
					
				
			
					
						in modo quasi miracoloso. Si presentò
					
				
			
					
						all’esame infatti insieme ad alcuni suoi
					
				
			
					
						confratelli che furono esaminati subito ed
					
				
			
					
						andarono benissimo. Il Vescovo allora decise
					
				
			
					
						di promuovere anche quelli non ancora
					
				
			
					
						interrogati e Giuseppe riuscì così ad essere
					
				
			
					
						ordinato sacerdote. Ecco perché è conside-
					
				
			
					
						rato il Patrono degli studenti! Spesso andava
					
				
			
					
						in estasi e parlava con Dio. Frequentemente
					
				
			
					
						si sollevava dal suolo e rimaneva sospeso
					
				
			
					
						nell’aria: in chiesa, gli succedeva di volare verso
					
				
			
					
						l’altare o al di sopra di esso. Fu visto levitare
					
				
			
					
						dalla gente oltre settanta volte, mentre diceva
					
				
			
					
						la Messa o pregava. Papa Urbano VIII,
					
				
			
					
						essendo stato presente ad una sua estasi,
					
				
			
					
						affermò che, se Giuseppe fosse morto prima
					
				
			
					
						di lui, egli avrebbe testimoniato ciò che
					
				
			
					
						aveva visto. Una folla incessante gli chiedeva
					
				
			
					
						aiuto e consiglio ed egli convertì molta gente
					
				
			
					
						ad una vita veramente cristiana. Giuseppe
					
				
			
					
						compì molti miracoli, specialmente fra la
					
				
			
					
						povera gente. Guariva i ciechi, prendeva 
					
				
			
					
						in braccio un bambino malato e lo sanava,
					
				
			
					
						trascrisse la benedizione di S. Francesco e
					
				
			
					
						tale foglio, fatto circolare in paese, compì
					
				
			
					
						meraviglie. Quando i confratelli venivano a
					
				
			
					
						parlargli, egli leggeva immediatamente nei
					
				
			
					
						loro pensieri, e talvolta apprendeva molto
					
				
			
					
						più di quanto essi avrebbero voluto. Ebbe
					
				
			
					
						spesso apparizioni straordinarie tra cui anche
					
				
			
					
						quelle del demonio. Una notte, il Santo si
					
				
			
					
						stava recando nella tomba di San Francesco
					
				
			
					
						di Assisi per pregare, quando improvvisa-
					
				
			
					
						mente udì la porta della basilica spalancarsi
					
				
			
					
						violentemente. San Giuseppe istintivamente
					
				
			
					
						si girò a guardare che cosa fosse mai quel
					
				
			
					
						baccano e subito scorse un uomo che cam-
					
				
			
					
						minava in modo molto rumoroso. Man mano
					
				
			
					
						che l’uomo si avvicinava, al suo passaggio
					
				
			
					
						tutte le candele della chiesa si spegnevano.
					
				
			
					
						Quando l’uomo arrivò vicino a San Giuseppe,
					
				
			
					
						senza dirgli niente, lo afferrò per la gola 
					
				
			
					
						scaraventandolo a terra. Il Santo invocò
					
				
			
					
						subito San Francesco che uscito fuori dalla
					
				
			
					
						tomba, cominciò a riaccendere tutte le candele.
					
				
			
					
						Appena queste furono tutte riaccese, il
					
				
			
					
						demonio istantaneamente svanì. Giuseppe
					
				
			
					
						da Copertino morì ad Osimo, nelle Marche,
					
				
			
					
						a sessant’anni, nel 1663.
					
				
			 
			
			 
			
			 
			
			