S
anta Caterina d’Alessandria
III-IV secolo
Non ci sono molte notizie sulla vita
di Santa Caterina, ciò che è certo è che
apparteneva ad una nobile e ricca famiglia
egiziana e che fu sottoposta al martirio
ad Alessandria d’Egitto nel 304.
Ancora adolescente ebbe una visione:
le apparve nel Cielo, in mezzo agli Angeli e
ai Santi, Cristo, bambino nelle braccia della
Vergine, che prese un prezioso anello che le
porgeva la Vergine Maria e lo infilò nel suo
dito, facendola sua sposa. Finita la visione
Caterina si trovò nel dito lo stesso anello
che aveva visto e avuto in Cielo, e si ritenne
per sempre sposa di Cristo. Si narra che
l’imperatore Massimino Daia, voleva riportare
alla religione pagana le popolazioni. Appena
la sua fede in Cristo suo sposo, subì offese,
percosse e prigionia senza piegarsi. Massimino
allora ordinò che fosse passata e dilaniata
dentro le ruote dentate. Gli uncini e le
lame però si piegarono sulle tenere carni
di Caterina, le ruote s’infransero e la Santa
non ebbe la minima scalfittura. La stessa
cosa accadde quando i carnefici la sottopo-
sero a una lunga fustigazione: le sue carni
ne uscirono senza alcun segno. La Santa
fu allora rinchiusa in una tetra prigione e
giunse ad Alessandria, ordinò subito un
sacrificio agli dei di centotrenta buoi e inoltre
prescrisse che ogni persona si presentasse
al tempio sacrificando un animale. Solo
l’intrepida Caterina osò contestarlo. Massimino,
soggiogato dalla grazia di Caterina, pensò di
tacitarla con qualche ragionamento, ma si
accorse subito di quale intelligenza aveva
davanti, tanto che, confuso, decise che la
donna sostenesse le sue idee davanti a
una commissione di cinquanta filosofi.
L’argomento era che Cristo, essendo morto
crocifisso, non poteva essere Dio. In tale
incontro rifulse ancor più la mente di
Caterina che, oltre a controbattere i loro
ragionamenti, li convertì tutti al cristiane-
simo e furono immediatamente suppliziati
nel fuoco dal tiranno.
Caterina fu allora arrestata e ricevette
dall’imperatore, la proposta di sposarlo. La
principessa non volle saperne e, riconfermando
tenuta per lungo tempo senza mangiare e
senza bere. Ma una magnifica, bianca
colomba, volando attraverso le sbarre
dell’antro, le portava ogni giorno quello di
cui essa aveva bisogno, tanto che, quando
la prelevarono da quell’orrido carcere, stava
bene come quando vi era entrata. A questo
punto l’imperatore ordinò che le venisse
tagliata la testa e, al colpo di spada sprizzò
dalle ferite, invece che rosso sangue, candido
latte, segno che tutta la sua persona era
immacolata e senza il minimo difetto. Dio
non permise che quel corpo venisse deturpato
e una schiera di Angeli, venuta dal Cielo,
prese le spoglie della fanciulla e ricomposte
le sollevò in volo andandole a deporre sul
monte Sinai, dove trovarono poi asilo
nella grande chiesa che vi fece costruire
Sant’Elena, madre di Costantino. E là è
ancora venerata e si conservano quelle che
sono ritenute le sue reliquie.