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San Tommaso d’Aquino
l grande Dottore della Chiesa
San Tommaso d’Aquino aveva una
sorella di nome Marotta, che nel 1253
era badessa in un monastero di Santa
Maria a Capua. La sorella morì mentre
San Tommaso si trovava a Parigi.
Gherardo Frachet nella sua «Vitae fratrum»
racconta che la badessa apparve a suo
fratello pregandolo di celebrare delle
Messe per liberarla dal Purgatorio.
San Tommaso invitò i suoi allievi a
pregare per la sua defunta sorella.
Anche Guglielmo da Tocco narra questo
fatto nella «Vita di San Tomaso d’Aquino».
Quando San Tommaso rientrò a
Roma, gli apparve di nuovo la sorella e
gli disse che era stata liberata dal
Purgatorio grazie alle Messe che lei aveva
chiesto e ora era in Paradiso. Il Santo
chiese poi notizie sullo stato in cui lui si
trovava e Marotta rispose: «Tu, fratello tu
ti trovi in una felice condizione e verrai
presto da noi. Ma a te è riservata una
gloria più grande della nostra. Soltanto
conserva quello che tu hai». San Tommaso
chiese notizie di due suoi fratelli morti:
Landulfo, che Moretta disse trovarsi nel
Purgatorio e Reginaldo, che rivelò essere
in Paradiso.
Guglielmo da Tocco riferì anche
un’altra visione avuta da San Tommaso:
«“Un’altra e più meravigliosa fu rivelata a
Maestro Tommaso, che non fu solo a mò
di sogno, ma corporale e manifesta.
Mentre egli stava pregando in chiesa nel
convento di Napoli, gli apparve il suo
confratello e Maestro di teologia Romano
di Roma (Romano Rossi Orsini, nipote di
papa Nicola III). Tommaso disse a colui
che gli era apparso: Benvenuto! Quando
siete arrivato qui? Quello rispose: “Io sono
dipartito dalla vita terrena. Per i tuoi
meriti mi fu concesso di apparirti”. Allora
San Tommaso si riprese dallo stupore che
lo aveva sconvolto a quella improvvisa
apparizione e rispose: Se a Dio piace,
allora io ti scongiuro di rispondere alla mia
domanda: come va con me? Le mie opere
piacciono a Dio? » Romano rispose: “Tu
sei in buona posizione e le tue opere
piacciono a Dio!” L’angelico dottore
chiese ancora: E con te come va?
E quello rispose: “Io sono nella Vita
eterna, ma fui 15 giorni in Purgatorio
per via della negligenza, di cui mi
resi colpevole in un testamento, che il
Vescovo di Parigi mi aveva ordinato di
stendere al più presto; io, però ho riman-
dato con negligenza la stesura di esso”.
San Tommaso gli chiese ancora: Come
va con quella questione della quale spesso
abbiamo discusso fra noi, se cioè il possesso
della scienza che si acquista quaggiù, di là
nella Patria rimane? E quello rispose:
“Fratello Tomaso, io vedo Dio, e voi non
dovete cercare altro su questa questione!”
E Tommaso ancora: Come vedi Dio?
Dimmi se lo vedi senza una infrapposta
immagine o mediante rassomiglianza? Ed
egli rispose: “Come abbiamo udito, così
vediamo nella città del Signore degli
eserciti!” Subito dopo disparve. Ma
Tommaso rimase colpito da una così
meravigliosa e insolita apparizione e
contento per una risposta così tranquil-
lizzante».
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