Suor Josefa Menendez
a vita di Suor Josefa Menendez fu
interamente dedicata a Dio. Ricevette
da Gesù un messaggio da far conoscere a
tutti gli uomini. Nel suo Diario annotò al
13 aprile 1923 che un’anima del Purgatorio
le aveva chiesto qualche settimana prima
dei suffragi per essere liberata dalle
pene. Riapparsale, le disse: «Vengo in
nome di Colui che è la Beatitudine
Eterna, l’Unico oggetto del nostro amore
per animarti a proseguire nella sofferenza,
il sentiero che la Sua bontà ti traccia per
il bene tuo e di molte altre anime. Un
giorno tu contemplerai le meraviglie di
amore che Egli riserva non nel tempo,
ma nell’eternità alle anime da Lui più
amate. Allora comprenderai i frutti della
sofferenza e gusterai una felicità tale che
l’anima non potrebbe sostenere quaggiù.
Coraggio! ritroverai presto la pace, l’opera
redentrice non si realizza che a forza di
soffrire ma la sofferenza purifica e fortifica
l’anima arricchendola di meriti agli occhi
di Dio».
Molte anime venivano da suor
Josefa per chiederle di intercedere per
loro per essere liberate quanto prima.
Alcuni dialoghi con le anime vennero
annotati: «Sono qui per l’infinita bontà di
Dio, perché un orgoglio eccessivo mi
aveva portata sull’orlo dell’inferno.
Tenevo sotto i piedi molte persone: ora
mi precipiterei ai piedi dell’ultimo dei
poveri! Abbi compassione di me, fa’ degli
atti d’umiltà per riparare il mio orgoglio.
Così potrai liberarmi da questo abisso».
Un’altra anime le confessò:
«Ho passato sette anni in peccato
mortale – confessava un’altra – e sono stata
tre anni ammalata. Ho sempre rifiutato di
confessarmi. Mi ero preparato l’inferno e
ci sarei caduta se le tue sofferenze di
oggi non mi avessero ottenuto la forza
di rientrare in grazia. Sono ora in
Purgatorio e ti supplico, poiché hai potuto
salvarmi: liberami da questa prigione
tanto triste!». E ancora raccolse la
confidenza di un’altra anima: «Sono in
Purgatorio per la mia infedeltà non
avendo voluto corrispondere alla chiamata
di Dio. Dodici anni ho resistito alla
vocazione e ho vissuto in gran pericolo
di perdermi, perché per soffocare il
rimorso mi ero data in braccio al peccato.
Grazie alla bontà divina che si è degnata
di servirsi delle tue sofferenze ho avuto
il coraggio di tornare a Dio… e ora fammi
la carità di liberarmi di qui!». Un’anima
che stava per lasciare il Purgatorio per
salire in Cielo le disse: «Offri per noi il
Sangue di Gesù. Che sarebbe di noi se
non ci fosse nessuno per sollevarci?». Di
ogni nome rivelato dalle anime venne
fatta indagine e risultò che effettivamente
data e luogo della morte coincidevano
con quanto suor Josefa diceva.
anime del Purgatorio: «Sono stata in
Purgatorio un po’ meno di un’ora e
mezza per espiare alcune mancanze di
fiducia in Dio. E’ vero che l’ho sempre
amato molto ma con un po’ di timore».
– «Sono in Purgatorio perchè non
ho saputo trattare le anime che Gesù mi
affidava con la cura che meritavano…».
– «Il mio Purgatorio sarà lungo poichè
non ho accettato la volontà di Dio, nè fatto
con sufficiente rassegnazione il sacrifizio
della mia vita durante la malattia».
– «Sono qui per l’infinita bontà di
Dio, un orgoglio eccessivo mi aveva
portato sull’orlo dell’inferno, tenevo sotto
di me molte persone, ora mi precipiterei
ai piedi del più misero fra i poveri».
– «Avevo la vocazione e la perdetti
per una cattiva lettura...»
– «La mia gioventù fu piena di
vanità…»
– “«Devo espiare una passione mal
repressa…»
– «Mi credevo potente ed ero domi-
nata dall’ambizione…»
Suor Josefa non ha mai visitato il
Purgatorio, ma le apparvero numerose
anime venute a chiederle preghiere, o
a ringraziarla, perché grazie alle sue
sofferenze, erano sfuggite all’inferno.
Queste anime rivelavano a suor
Josefa il motivo della loro permanenza
in Purgatorio.
Nel suo diario nel mese di aprile
1922 annotò alcuni dialoghi avuti con le
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