Sant’Odilo di Cluny
ant’Odilo, quinto abate dell’Abbazia
di Cluny, fu molto influente nella
società del suo tempo, in quanto
apparteneva alla nobiltà dell’Auvergne
in Francia. La devozione, unitamente
alle relazioni della famiglia, decisero i
suoi genitori a consacrarlo al servizio
del Signore nella collegiata di St-Julien
di Brioude, di cui in seguito sarebbe
divenuto canonico. San Maiolo lo attirò
nel monastero di Cluny verso il 990 e
poi, dal maggio 993, lo scelse come
abate-coadiutore, dopo avergli fatto
conferire gli Ordini, scelta che nel
gennaio 994 fu confermata da un’elezione
canonica. Odilo divenne unico abate di
Cluny l’11 maggio alla morte di Maiolo, e
avrebbe occupato questa carica fino alla
morte. Odilone dovette, prima di tutto,
far fronte alle difficoltà derivanti dai
religiosi di certi monasteri dipendenti
da Cluny, e dai signori che volevano
spogliare l’abbazia dei suoi beni. Nel
dicembre 997 fece il primo dei suoi
frequenti viaggi verso Pavia e Roma, che
gli dettero la possibilità di intervenire
a favore di diversi monasteri d’Italia.
A Cluny promosse la ricostruzione degli
edifici monastici, ad eccezione della chiesa,
che era stata ultimata da San Maiolo.
Viene ricordato per la sua grande
devozione alle Anime del Purgatorio,
perché fra il 1028 e il 1030 definì che
in tutti i monasteri dipendenti, dopo la
solennità di Tutti i Santi venisse celebrata
la memoria di tutti i fedeli defunti con
Messe, l’Ufficio dei defunti ed elemosine.
Il decreto di Sant’Odilo ordinava non
solo la celebrazione delle Messe e
dell’Ufficio divino per i defunti nella
solennità di tutti i fedeli defunti, ma si
insisteva soprattutto sulle elemosine.
Veniva ordinato di offrire da mangiare a
dodici poveri, e venisse loro dato quanto
avanzava dalla tavola dei monaci e anche
l’elemosina ricevuta per la celebrazione
delle messe. (Statutum Odilonis de defunctis)
Grazie all’influsso di Cluny e dei
suoi monasteri dipendenti si diffuse in
tutta la Chiesa la commemorazione
di tutti i fedeli defunti. Benedetto XV
durante il corso della prima guerra
mondiale, il 10 agosto 1915, stabilì che
nella commemorazione di tutti i fedeli
defunti ogni sacerdote poteva celebrare
tre Messe per i morti (Costituzione
apostolica «Incruentum altaris» ). Questo
privilegio era già da stato concesso da
anni ai domenicani del regno di Aragona,
poi Benedetto XIV nel 1748 lo aveva
esteso a tutti i sacerdoti della Spagna,
Portogallo e Sud-America.
Sant’Odilo si prodigò continuamente
per venire incontro alle necessità dei
poveri. In quegli anni, le carestie erano
molto frequenti e per alleviare le sofferenze
della gente non ebbe scrupoli a vendere
gli oggetti liturgici e i tesori delle chiese,
e ad andare personalmente a chiedere
l’elemosina. Non volle però solo venire
in aiuto ai bisognosi del suo tempo, ma
pensò anche a coloro che lo avevano
preceduto e che stavano purificandosi in
Purgatorio. Vincolò così la carità ai poveri
al suffragio dei defunti, offrendo per essi
quei gesti di amore fraterno. Sant’Odilo
morì il 31 dicembre 1048 a Souvigny
mentre visitava il monastero.
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