Serva di Dio Edvige Carboni
olti sono gli episodi nei quali le
Anime del Purgatorio si manife-
stavano a Edvige Carboni. Un giorno
nel 1950 apparve alla Serva di Dio una
giovane donna e le disse: «Io giaccio
morta a tal punto. Sono nel Purgatorio,
ma dovrò starci del tempo, perché Gesù
non vuole che le donne facciano ciò che
fanno gli uomini; desidera che esse restino
in casa come ai tempi passati a compiere
i loro doveri di mamme e di spose». La
giovane era precipitata in un burrone
durante una scalata a una vetta alpina in
compagnia di una guida. Un altro episodio
è narrato nel suo Diario : «Mentre pregavo
davanti al Crocifisso, d’un tratto mi si
presentò una persona tutta in fiamme.
Sentivo l’orrore di quelle fiamme accese
con violenza alle vesti della persona che
mi era apparsa. Piansi tanto. Da quelle
fiamme sentii una voce: “Io sono N. N.;
il Signore mi ha permesso di venire a te
affinché trovi un poco di sollievo per le
pene che soffro in Purgatorio. Ti domando
per carità di applicare in mio suffragio
tutte le tue orazioni, patimenti, umiliazioni
e abbandoni, e questo farai per due anni,
se chi guida la tua coscienza te ne darà il
permesso. La misericordia di Dio è infinita,
ma altrettanto infinita è la sua giustizia;
e nella gloria del Paradiso non si può
entrare, se non si ha pagato fino all’ultimo
spicciolo il debito contratto con la giustizia
divina. Il Purgatorio per me è pesante
perché ho atteso l’ultimo istante per
raccogliere la voce di Dio che mi ha
chiamato a penitenza”».
Sempre nel Diario è riferito un
altro episodio: «Ottobre 1943. Mi si è
presentata una persona. Non la conobbi;
era vestita da ufficiale. “Sono morto in
guerra – mi disse, – vorrei delle Sante
Messe: me le farete celebrare da monsignor
Vitali; tu e Paola [la sorella] mi farete
delle Sante Comunioni”. Dopo fatte le
Comunioni e fatte celebrare le Messe mi
si presentò tutto risplendente e mi disse:
“Vado in Paradiso ove pregherò per voi,
specialmente per monsignor Vitali. Sono
russo e mi chiamo Paolo Vischin. Mia
madre mi aveva educato nella santa
religione, poi crescendo mi sono lasciato
trascinare nella condotta non buona. In
punto di morte mi pentii e ricordai le
belle parole che, bambino, mi diceva la
mamma. Gesù buono mi ha perdonato”».
Mentre Edvige si trovava a
Pozzomaggiore in Sardegna, una cono-
scente le chiese in prestito del denaro.
Passò del tempo e un giorno Edvige e
una donna erano in chiesa. La Serva
di Dio si avvicinò e chiese: «Potresti
restituirmi la somma?». L’altra le rispose:
«Ti colga un fulmine!». Dopo questo fatto,
gli anni passarono ed Edvige chiese notizie
al Signore di quella donna. La risposta
fu: «È in Purgatorio e ne avrà ancora per
otto anni». Rimase molto dispiaciuta e
offrì suffragi per quell’anima come pure
la sorella Paolina, applicandole i benefici
del Giubileo. Il Signore allora le disse:
«Domani la donna sarà in Cielo».
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