Santa Teresa d’Ávila
empre nella sua Autobiografia troviamo
scritto: «Un giorno mi fu detto, che
era morto un padre, che era stato un tempo
nostro provinciale, ma al tempo della sua
morte era a capo di un’altra provincia.
Io avevo avuto prima parecchia
corrispondenza con lui e mi sentivo in
obbligo verso di lui per parecchi buoni
servigi che mi aveva fatto e mi sentivo in
dovere di ringraziarlo. La notizia della
sua morte mi amareggiò assai; perché
nonostante egli sia stato un uomo molto
virtuoso, io ero tuttavia molto preoccupata
per la sua beatitudine eterna.
Egli era stato infatti per 20 anni
superiore dell’Ordine, e poiché io sono
sempre piena di paura, perché ritengo
molto pericoloso il posto di un superiore
e la sua responsabilità in tale cura delle
anime. Così tutta preoccupata mi recai
in un oratorio e gli donai tutto quello che
avevo potuto fare di bene nella mia vita;
e poiché ciò mi sembrava troppo poco,
io pregai il Signore di supplire con i
suoi meriti quanto mancava ancora a
quest’anima, per essere liberata dal
Purgatorio. Mentre io pregavo Dio con la
maggior interiorità possibile e imploravo
il Signore, mi sembrò come il defunto
venisse alla mia destra uscendo dalle
profondità della terra; ed io vidi con
immensa gioia come egli volava verso
il Cielo!
Quando venne a morire egli era già
in età molto avanzata, ma adesso sembrava
un uomo di trent’anni, anzi ancor più
giovane e il suo volto era raggiante.
Questa visione passò presto, ma io me
ne sentii talmente confortata che mai più
mi potè rattristare la morte di questo
sacerdote, benchè molti ne dolessero,
perchè egli era stato effettivamente molto
amato nella sua vita! La gioia che provò
la mia anima fu così grande che io rimasi
del tutto tranquilla circa questa morte, e
non potevo avere il minimo dubbio circa
la realtà di questa visione, anzi ero sicura
ed era per me evidente che non c’era
stato il minimo inganno o illusione.
Erano passati 14 giorni dalla morte di
questo sacerdote. Io non cessavo tuttavia
di raccomandarlo al Signore e cercavo
che pure altri lo facessero; però non lo
potevo fare con tanto ardore come se
non avessi avuto quella visione; poichè
Dio mi permette di vedere una tale cosa
di un’anima ed io dopo voglio raccoman-
darla alla sua Maestà ciò mi viene così
spontaneo come se io volessi dare
un’elemosina a un ricco.
Poichè questo monaco era morto in
una località molto lontana da noi, così
soltanto più tardi, io venni a sapere quale
fine di vita il Signore gli aveva concesso.
Essa fu così edificante che tutti gli astanti
restarono meravigliati della sua perfetta
conoscenza in punto di morte, per le sue
lacrime e la sua grande umiltà».
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