Serva di Dio Consolata Betrone
l 15 dicembre 1935 Gesù faceva
scrivere alla cappuccina Serva di Dio
Suor Consolata Betrone per tutte le
anime: «Consolata, sovente anime buone,
anime pie e molto spesso anime a Me
consacrate, con una frase diffidente
feriscono l’intimo del mio Cuore: “Chissà
se mi salverò?”. Apri il Vangelo e leggi
le mie promesse. Alle mie pecorelle ho
promesso: “Io do loro la vita eterna e
non andranno mai perdute e nessuno
le rapirà dalla mia mano” ( Gv 10,28).
Hai capito, Consolata? Nessuno può
strapparmi un ‘anima. Ma leggi ancora:
“Il Padre mio che me le ha date è più
grande di tutti e nessuno può rapirle
dalla mano del Padre mio” ( Gv 10,29).
Consolata, hai capito? Nessuno può
strapparmi un anima… in eterno non
periranno… perché Io do ad esse la vita
eterna. Per chi ho pronunciato queste
parole? Per tutte le pecore, per tutte le
anime… Credimi Consolata, che all’inferno
va chi vuole, cioè chi vuole veramente
andarvi; perché se nessuno può strapparmi
un’anima dalle mani; l’anima, per la libertà
concessale, può fuggire, può tradirmi;
rinnegarmi e passare quindi di propria
volontà al demonio. Oh, se invece di ferire
il mio Cuore con queste diffidenze,
pensaste un pò più al Paradiso che vi
attende! Perché non vi ho creati per
l’inferno ma per il Paradiso, non per
andare a far compagnia al demonio ma
per godermi nell’amore eternamente.
Vedi Consolata, all’inferno ci va chi vuole
andarvi... Pensa come è stolto il vostro
timore di dannarvi: dopo che per salvare
la vostra anima ho versato il mio Sangue,
dopo che per un ‘intera esistenza l’ho
circondata di grazie, di grazie e di grazie…
all’ultimo istante della vita, quando sto
per raccogliere il frutto della Redenzione
e quindi quest’anima sta per amarmi
eternamente, Io, proprio Io che nel santo
Vangelo ho promesso di dare ad essa la
vita eterna e che nessuno me le strapperà
di mano. Me la lascerò rubare dal demonio,
dal mio peggiore nemico? Ma, Consolata,
si può credere a questa mostruosità? Vedi;
l’impenitenza finale l’ha quell’anima che
vuole andare all’inferno di proposito e
quindi ostinatamente rifiuta la mia mise-
ricordia, perché io non rifiuto mai il
perdono a nessuno; a tutti offro e dono
la mia immensa misericordia; perché per
tutti ho versato il mio Sangue, per tutti!
No, non è la moltitudine dei peccati che
danna l’anima, perché Io li perdono se
essa si pente, ma è l’ostinazione a non
volere il mio perdono, a volersi dannare.
San Disma, in croce, ha un solo atto di
confidenza in Me e tanti e tanti peccati;
ma in un istante è perdonato e lui; nel
giorno stesso del suo ravvedimento, entra
a possedere il mio Regno ed è un Santo!
Vedi il trionfo della mia misericordia e
della confidenza in Me! No, Consolata:
il Padre mio che Me le ha date, le anime,
è più grande e potente di tutti i demoni;
sai! E nessuno può rapirle di mano al
Padre mio».
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