il 210. Dopo tre anni dalla sua
conversione al Cristianesimo, fu eletto
Vescovo della sua città. Venne martirizzato
nel 258. Il Santo mise per iscritto le sue
rif lessioni sul demonio:
«Bisogna guardarsi non solo dai pericoli
aperti e manifesti, ma pure dalle insidie tese
con l’astuzia sottile dell’imbroglio. Ed ecco,
cosa può esserci di più astuto e sottile? Il
nemico, smascherato e abbattuto dalla venuta
di Cristo, dopo che la luce venne alle genti e
irraggiò il suo splendore per la salvezza degli
uomini sicché i sordi ricuperavano l’udito
della grazia spirituale e i ciechi aprivano gli
occhi al Signore e gli infermi si rinvigorivano
della santità eterna e gli zoppi accorrevano
alla Chiesa e i muti articolavano con chiara
voce le loro preghiere: quel nemico, vedendo
i suoi idoli abbandonati, e disertati i suoi
templi e le sue sedi a causa del gran numero
dei credenti, ha escogitato un nuovo inganno,
quello cioè di far cadere gli imprudenti
presentandosi con l’etichetta del nome
cristiano. Ha inventato, così, le eresie e gli
scismi, per sovvertire la fede, per corrompere
la verità, per spezzare l’unità. In questo modo,
coloro che egli non può più tenere nel vicolo
cieco dell’antico errore, li raggira e li inganna
per una nuova via. Strappa gli uomini proprio
dalla Chiesa e, mentre essi credono di essersi
già accostati alla luce sfuggendo alla notte
del mondo, li avvolge ancora in altre tenebre
senza che essi se ne accorgano. Così costoro
finiscono per chiamarsi cristiani senza che
però osservino la legge del Vangelo di Cristo;
e mentre camminano nelle tenebre, pensano
di stare nella luce. Tutto ciò è opera, appunto,
dell’avversario, il quale attira carezzevolmente
nell’errore, e – come dice l’Apostolo – si
trasforma in angelo di luce, e spaccia i suoi
ministri per ministri di giustizia: costoro
chiamano giorno la notte, salvezza la morte,
e insinuano la disperazione con l’appannaggio
della speranza, e l’incredulità sotto il pretesto
della fede, e dicono Cristo l’Anticristo, cosicché
frustrano sottilmente la verità con menzogne
verosimili. Ma ciò accade, fratelli carissimi,
quando non ci si rifà all’origine della verità,
quando non s e ne ricerca il principio, quando
non si osserva la dottrina del magistero celeste.
(3, 78-79).
E al maligno viene data libertà d’azione
contro di noi per via dei nostri peccati, come
sta scritto: “Chi ha dato Giacobbe al saccheggio
e Israele ai predatori? Non è stato forse Dio,
che essi hanno offeso, essi che non han voluto
camminare nelle sue vie né hanno ascoltato
la sua legge? Egli ha sfogato su di essi la sua
ira e la sua collera” (Is 42, 24s). E ancora, di
Salomone che peccò e deviò dai precetti e
dalle vie del Signore, è detto: “E il Signore
suscitò Satana contro Salomone” (1 Re 11,23).
Ma un tale potere contro di noi non è concesso
solo per nostra punizione nel caso che abbiamo
peccato, ma anche per essere provati in vista
della nostra gloria. E’ questo il caso di Giobbe».
S an Cipriano nacque a Cartagine verso