di spiegare in quale modo l’Incarna-
zione e la redenzione operata da Cristo
vennero conosciute dal demonio: «Al principe
di questo mondo rimase celata la verginità
di Maria e il suo parto, similmente la morte
del Signore, i tre misteri clamorosi che furono
compiuti nel silenzio di Dio. Come furono
manifestati ai secoli? Un astro brillò nel
cielo sopra tutti gli astri, la sua luce era
indicibile, e la sua novità stupì. Le altre
stelle con il sole e la luna fecero un coro
all’astro ed esso più di tutti illuminò. Ci fu
stupore. Donde quella novità strana per
loro? Apparso Dio in forma umana per una
novità di vita eterna si sciolse ogni magia, si
rupe ogni legame di malvagità. Scomparve
l’ignoranza, l’antico impero cadde. Aveva
inizio ciò che era stato deciso da Dio. Di
qui fu sconvolta ogni cosa per preparare
l’abolizione della morte.
Il principe di questo mondo vuole
rovinare e distruggere il mio proposito
verso Dio. Nessuno di voi qui presenti lo
assecondi. Siate piuttosto per me, cioè di
Dio. Non parlate di Gesù Cristo, mentre
desiderate il mondo. Non ci sia in voi gelosia.
Anche se vicino a voi vi supplico non
ubbiditemi. Obbedite a quanto vi scrivo.
Vivendo vi scrivo che bramo di morire.
La mia passione umana è stata crocifissa, e
non è in me un fuoco materiale. Un’acqua
viva mi parla dentro e mi dice: qui al Padre.
Non mi attirano il nutrimento della corru-
zione e i piaceri di questa vita. Voglio il pane
di Dio che è la carne di Gesù Cristo, della
stirpe di David e come bevanda voglio il suo
sangue che è l’amore incorruttibile».
di cui san Pietro era stato il primo Vescovo.
Sant’Ignazio non era cittadino romano e pare
che non fosse nato cristiano, convertendosi
in età non più giovanissima. Mentre era
Vescovo di Antiochia, l'Imperatore Traiano
dette inizio alla sua persecuzione. Arrestato
e condannato, il Santo fu condotto in catene
da Antiochia fino a Roma dove si preparavano
feste in onore dell’Imperatore. I cristiani
venivano dati in pasto alle belve per il
divertimento del popolo e dell’Imperatore.
Durante il viaggio da Antiochia a Roma,
Ignazio scrisse sette lettere, in cui racco-
mandava di fuggire il peccato, di guardarsi
dagli errori degli Gnostici, di mantenere
l'unità della Chiesa. Di un’altra cosa poi
si raccomandava, soprattutto ai cristiani
di Roma: di non intervenire in suo favore
e di non salvarlo dal martirio. Nell’anno
107 fu martirizzato sbranato dalle belve
verso le quali dimostrò grande tenerezza.
«Accarezzatele “scriveva” affinché siano
la mia tomba e non faccian restare nulla
del mio corpo, e i miei funerali non siano a
carico di nessuno».
Sant’Ignazio fu il terzoVescovo di Antiochia
in Siria, importante metropoli del mondo
antico dopo Roma e Alessandria d'Egitto e
S ant’Ignazio di Antiochia (+107) cercò