descrisse l’importanza dell’Arcangelo
Michele nella battaglia contro il
demonio: “E’ poi certo che gli spiriti celesti,
e quelli del male, combattono tra loro le stesse
battaglie che suscitano tra gli uomini. L’origine
della discordia sta nel fatto che i demoni
prendono sotto il loro patrocinio alcuni popoli,
che hanno stretto con loro un patto d’unione
nella perversità. Di qui discordie, lotte e una
guerra senza fine con gli angeli di Dio. Un
visione del profeta Daniele ci dà la riprova di
questa verità. Ecco come gli parla l’arcangelo
Gabriele: “Non temere, Daniele, perché dal
primo giorno che, per ottenere intelligenza
ti sei messo in cuore di darti alla penitenza
nel cospetto del tuo Dio, le tue parole sono
state esaudite, e io sono venuto qui in seguito
alle tue parole. Il principe del regno dei Persiani
mi fatto resistenza per ventun giorni; quand’ecco
Michele, uno dei primissimi principi, venne
in mio aiuto, ed io rimasi qua presso il re dei
Persiani. Ora sono venuto per istruirti intorno
alle cose che saranno per venire al tuo popolo
negli ultimi giorni” (Dn 10, 12-14)
Nessun dubbio che questo “principe
del regno dei persiani” è una potenza maligna,
favorevole al popolo persiano e nemica del
popolo di Dio. Siccome, per opera dell’arcan-
gelo Gabriele, stava sul punto di risolversi
la difficoltà per la quale Daniele si era rivolto
al Signore, lo spirito maligno vuole impedire
questo effetto; perciò, si mette, invidioso,
contro l’angelo del Signore, allo scopo di
impedire che la parola di questo giunga a
Daniele e conforti il popolo del Signore sul
quale Gabriele stendeva la sua protezione.
Lo stesso Gabriele assicura la profeta che
l’opposizione dello spirito maligno è stata
così violenta che egli non sarebbe arrivato
fino a lui se l’arcangelo Michele non fosse
venuto in suo aiuto, non si fosse schierato
di fronte al principe del regno dei Persiani e
avesse preso a combattere contro di lui, per
consentire a Gabriele – ormai al riparo dagli
assalti del maligno – di recare il messaggio
di cui era stato incaricato da ben ventun
giorni. Poche righe dopo la profezia di Daniele
riprende così: “Sai tu, disse l’angelo, perché
sono venuto a te? Ora combatterò per
combattere la mia causa contro il principe
dei Persiani; mentre i uscivo apparve il p
rincipe dei Greci che stava venendo. Ma io
ti annuncerò ciò che è registrato nel libro
della verità e nessuno mi dà aiuto in tutto
questo all’infuori di Michele vostro principe”
(Dn 10,20-21) E ancora: “In quel tempo sor-
gerà Michele il principe grande che sta alla
difesa dei figli del tuo popolo”. (Dn 12,1)
Abbiamo visto dunque un altro
spirito avverso che è il “principe dei Greci”;
questo sta in favore del popolo che gli è
soggetto e si mostra nemico sia del popolo di
Dio che del popolo persiano. D ciò si deduce
chiaramente che le discordie, le rivalità, le
guerre, eccitare fra i popoli dalle potenze
contrarie, hanno le loro ripercussioni tra gli
angeli buoni e cattivi. Come la vittoria di
loro protetti li fa godere, così la sconfitta li
fa soffrire”.
N ella sua opera Giovanni Cassiano